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A memory of Alessandro D’Alatri

On May 3, 2023, Alessandro D’Alatri, Italian director passionate about life and people, a seeker, a non-trivial man capable of highlighting the beauty in others, passed away without a warning. After directing hundreds of commercials in the ’80s, he transitioned to film directing in the ’90s. Among his most well-known films is “Casomai” (2002), and he also directed some television series in recent years, such as “I Bastardi di Pizzofalcone” and “Il Commissario Ricciardi”. He was also the artistic director of the stable theater of Abruzzo, involved in social projects with prisoners and in projects in countries searching for their own path of development, quietly working behind the scenes. He was a great man with a high dose of humility, a rare characteristic, especially in certain environments.

I had written to him on April 9, Easter Monday when I casually saw on TV here in Brussels that “I Giardini dell’Eden”, his film about Jesus, was being aired. I texted him, May you receive strength, inspiration and courage from that Jesus who has already spoken to your life and that you have courageously brought on the screens. Happy Easter!” I didn’t know he was unwell, and I didn’t receive a response, but I like to think he read it. Otherwise, I like to imagine that strength, inspiration, and courage are now a stable reality for him.

I had the chance to work alongside Alessandro between 2016 and 2017, during that stage of my professional life when I entered the world of film and television production at Elisèo Entertainment (then Casanova Multimedia) as a press officer. When I arrived, thrown into it, so to speak, The Start Up was already in post-production and dealing with plans for the film’s release: posters, trailers, coordinating with the book release, managing social media, press campaigns, covers, school promotions, film premieres in Rome, Milan, managing the distribution in theaters… all parts of the ordinary life for those working in production. Stressful rhythms, problems to be solved continuously, but above all, the impression of doing teamwork, where despite the mistakes, everyone’s commitment is given value. This is the most beautiful memory I have of Alessandro. And, after working together and opening a profound dialogue, thanks to which I feel I can count this friend in the category of teachers and witnesses.


Un ricordo di Alessandro D’Alatri 

di Maria Chiara De Lorenzo 


Il 3 maggio 2023 è scomparso, senza avvertirci, Alessandro D’Alatri, regista, appassionato della vita, della gente, cercatore, un uomo non banale, capace di mettere in luce la bellezza degli altri. Dopo aver diretto centinaia di spot pubblicitari negli anni ‘80, negli anni ‘90 è passato alla regia cinematografica – tra i suoi film più conosciuti, Casomai (2002) – e televisiva, fino alla serialità degli ultimi anni, con I Bastardi di Pizzofalcone Il Commissario Ricciardi. È stato anche direttore artistico del teatro stabile d’Abruzzo, impegnato in progetti sociali con i carcerati e in Paesi alla ricerca della propria via di sviluppo, senza clamore e dietro le quinte. Un grande con un’elevata dose di umiltà, una caratteristica rara, in certi ambienti più di altri.

Gli avevo scritto il 9 aprile, lunedì di Pasqua, quando scorrendo distrattamente la tv, qui a Bruxelles, ho visto che era in onda “I Giardini dell’Eden”, il suo film su Gesù. “Spero tu stia bene, e che in un giorno come oggi possa ricevere forza, ispirazione e coraggio da quel Gesù che ha già parlato alla tua vita e che hai coraggiosamente portato sugli schermi. Buona Pasqua!”. Non sapevo stesse male, non ho ricevuto risposta, ma voglio sperare lo abbia letto. Altrimenti, mi piace pensare che forza, ispirazione e coraggio siano per lui una realtà stabile, adesso.

Ho avuto la chance di lavorare a fianco di Alessandro tra il 2016 e 2017, in quel varco della mia vita professionale in cui mi sono affacciata al mondo della produzione cinematografica e televisiva in casa Elisèo Entertainment (allora Casanova Multimedia) come ufficio stampa. Quando sono arrivata, catapultata diciamo pure da un giorno all’altro su un treno in corsa, The Start Up era già in post produzione e alle prese con i piani per il lancio del film: manifesto, trailer, coordinamento con l’uscita del libro, gestione dei social, campagna stampa, copertine, promozione nelle scuole, anteprime del film a Roma, Milano, scommessa sulla distribuzione nelle sale… ordinaria amministrazione per chi lavora nella produzione. Ritmi stressanti, problemi da risolvere in continuazione, ma, sopra ogni cosa, l’impressione di fare un lavoro di squadra, dove nonostante gli sbagli, all’impegno di ciascuno è dato valore. Questo è il ricordo più bello che mi porto di Alessandro. E, dopo aver lavorato insieme, l’apertura di un dialogo profondo, grazie al quale mi sento di poter annoverare questo amico scomparso, nella categoria dei maestri e testimoni. 

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